lunedì 26 ottobre 2009

IC533


In treno - AA. VV. (LAB - Giulio Perrone Editore, Ottobre 2009)
Pag. 202 e segg. "IC533" di Riccardo Sorrentino
Presentato al "Simposio", San Lorenzo - Roma

Appoggiato al trolley aspettava di entrare. Scomodo nel corridoio del treno, stazione di Pisa. Le tre compagne che Trenitalia gli aveva estratto a sorte sistemavano il loro mondo imbustato sui portapacchi. Due si ritrovarono di fronte con lo stesso libro tra le mani, segnalibri in punti diversi.
Aveva scritto i suoi due romanzi sotto pseudonimo femminile: Gabrielle R. Mai rilasciato interviste o partecipato a presentazioni. Aveva vinto senza mai cedere alla celebrità. Tre persone al mondo conoscevano il suo vero nome e ciò che faceva. Non erano quelle tre accanto a lui. Si rilassò.
«Anche tu?» fece la bionda divertita.
«La adoro in maniera assoluta lei» fece la castana «Dopo il primo, questo l’ho preso ieri appena uscito. Non ho resistito» continuò.
«Come ci riconosce è pazzesco. E poi le storie…» la bionda in sospensione.
«E la scena di intimità del primo libro, quella tra Miriam e Lorenzo? Pazzesca viverla leggendola». Ricordava. L’aveva scritta alle tre di notte sulla tazza dopo un attacco senza appello di dissenteria. Quando gli spasmi si calmano e l’indecisione di perderti qualcosa appena ti alzi ti fa sedere ancora.
«Bè, se qui vai avanti… dove sei arrivata?… Storia pazzesca… che solo a pensarla…». Ricordava. L’aveva immaginata una notte, mentre un amico gli reggeva la testa dopo aver vomitato. L’aveva vista così chiaramente che doveva essere scritta, nel dopo sbornia. Un anno dopo era ieri, la data d’uscita del suo secondo romanzo, sicuro best seller.
La terza donna ormai ascoltava curiosa. Avrebbe iniziato a leggere dal primo volume. Appena scesa.
Gabrielle R. si guardò i vestiti da uomo, come dovesse scoprirsi la patta aperta o la camicia fuori posto. Macchè. Tutta stima. Sorrise al vetro fatto di pioggia e tirò fuori il libro che aveva appena comprato. Le tre lo guardarono impietose. Non si poteva comprare quella roba. Accavallò le gambe e prese a leggere. Almeno quella zozzeria non l’aveva scritta lui.


[Il racconto era apparso sull'old blog il 31 marzo 2008]