Prendi e riprendi, aveva preso il libro dallo scaffale ‘Novità’. Indecisa tra la passione e il prezzo da pagare, come sempre capita. E comunque desistendo e dichiarando a se stessa che avrebbe atteso lo sconto sulla sua autrice preferita. Alla cassa aveva presentato quattro volumi più quello, che aveva ripreso dopo averlo appoggiato. Calzata la busta, timbrato la tessera punti, aveva gettato tutto sul letto in attesa di goderne.
L’indomani, il sito della libreria ammicca alle promozioni del mese: il volume del giorno prima scontato del venti, spese di spedizione incluse, occupa l’home page. Senza ricordarsi di avere rubato la passione dal vivo, pagandola in contanti (no sale), sceglie la spedizione rapida e indolore.
Il terzo giorno si accorge del misfatto e si presenta in libreria, scontrino e volume nella busta, con il sosia (scontato) già in viaggio. Blocca il commesso: «Quanti giorni ho per cambiarlo?». Dice: «Il tempo che impieghi per leggerlo» cercando di strapparle un sorriso.
Lei si precipita nella sala da tè. Si siede, sfila il testo dalla busta e usa lo scontrino come segnalibro. Alle 22 è ora di chiusura, chiude il volume e se ne va.
Dodici ore dopo è di nuovo di fronte ad un cappuccino ad ascoltare le parole su carta dell’autrice, in libreria. Finisce alle 13 e si presenta alla cassa. Dice: «Vorrei cambiare questo libro. Ho con me lo scontrino». La cassiera risponde: «Le faccio un buono o ne sceglie un altro?»
Dice: «L’altro lo posso sempre cambiare?»
Risposta: «Certo!»
«Ne scelgo un altro.»
Si rituffa tra gli scaffali, prende il titolo nuovo e paga alla cassa.
Il giorno dopo blocca il commesso: «Quanti giorni ho per cambiarlo?». Lui ripete: «Il tempo che impieghi per leggerlo», sempre simpatico. Stessa storia. E ancora.
Dopo 32 giorni e 24 libri sostituiti, la voce si sparge in tutto il quartiere. Lei osserva curiosa gli sguardi attenti della gente che la vuole vedere, qualcuno comincia ad imitarla già nei pasti che prende durante la lettura.
Il fenomeno fatica a rimanere circoscritto. Dopo quasi due mesi dal primo acquisto già altre due persone le siedono accanto con i libri cambiati qualche istante prima. Per poi ripresentarsi alle 10 del giorno dopo. E dare vita al fenomeno.
Il direttore della libreria è costretto a prendere provvedimenti rapidi e l’indomani la sala da tè è chiusa. Lei entra e si siede sui divanetti, incurante. Lui viene avvertito dell’arrivo e la raggiunge.
«Signorina, le devo chiedere di andarsene. Questa libreria non effettua più alcun cambio della merce». Lei lo fissa da sotto gli occhiali: «Bene, sto decidendo se comprare questo libro. E’ consentito scegliere ancora, o no?».
Basito, lui balbetta in segno di assenso e se ne va.
Alle 22, quando le casse stanno chiudendo, lei si presenta dalla signorina. Le consegna il libro. «Grazie» ed esce senza girarsi.
La cassiera legge il titolo, apre la seconda di copertina vergata a mano: “Domani non venire a lavorare” e si mette il volume nella borsa prima di uscire per l’ultima volta.
“Fahrenheit 451” sarà l’unica liquidazione del suo lavoro di cassiera in quella libreria bruciata al centro di Roma.
L’indomani, il sito della libreria ammicca alle promozioni del mese: il volume del giorno prima scontato del venti, spese di spedizione incluse, occupa l’home page. Senza ricordarsi di avere rubato la passione dal vivo, pagandola in contanti (no sale), sceglie la spedizione rapida e indolore.
Il terzo giorno si accorge del misfatto e si presenta in libreria, scontrino e volume nella busta, con il sosia (scontato) già in viaggio. Blocca il commesso: «Quanti giorni ho per cambiarlo?». Dice: «Il tempo che impieghi per leggerlo» cercando di strapparle un sorriso.
Lei si precipita nella sala da tè. Si siede, sfila il testo dalla busta e usa lo scontrino come segnalibro. Alle 22 è ora di chiusura, chiude il volume e se ne va.
Dodici ore dopo è di nuovo di fronte ad un cappuccino ad ascoltare le parole su carta dell’autrice, in libreria. Finisce alle 13 e si presenta alla cassa. Dice: «Vorrei cambiare questo libro. Ho con me lo scontrino». La cassiera risponde: «Le faccio un buono o ne sceglie un altro?»
Dice: «L’altro lo posso sempre cambiare?»
Risposta: «Certo!»
«Ne scelgo un altro.»
Si rituffa tra gli scaffali, prende il titolo nuovo e paga alla cassa.
Il giorno dopo blocca il commesso: «Quanti giorni ho per cambiarlo?». Lui ripete: «Il tempo che impieghi per leggerlo», sempre simpatico. Stessa storia. E ancora.
Dopo 32 giorni e 24 libri sostituiti, la voce si sparge in tutto il quartiere. Lei osserva curiosa gli sguardi attenti della gente che la vuole vedere, qualcuno comincia ad imitarla già nei pasti che prende durante la lettura.
Il fenomeno fatica a rimanere circoscritto. Dopo quasi due mesi dal primo acquisto già altre due persone le siedono accanto con i libri cambiati qualche istante prima. Per poi ripresentarsi alle 10 del giorno dopo. E dare vita al fenomeno.
Il direttore della libreria è costretto a prendere provvedimenti rapidi e l’indomani la sala da tè è chiusa. Lei entra e si siede sui divanetti, incurante. Lui viene avvertito dell’arrivo e la raggiunge.
«Signorina, le devo chiedere di andarsene. Questa libreria non effettua più alcun cambio della merce». Lei lo fissa da sotto gli occhiali: «Bene, sto decidendo se comprare questo libro. E’ consentito scegliere ancora, o no?».
Basito, lui balbetta in segno di assenso e se ne va.
Alle 22, quando le casse stanno chiudendo, lei si presenta dalla signorina. Le consegna il libro. «Grazie» ed esce senza girarsi.
La cassiera legge il titolo, apre la seconda di copertina vergata a mano: “Domani non venire a lavorare” e si mette il volume nella borsa prima di uscire per l’ultima volta.
“Fahrenheit 451” sarà l’unica liquidazione del suo lavoro di cassiera in quella libreria bruciata al centro di Roma.
[TITOLI DI CODA: Buon compleanno, a te! ;-)]
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