lunedì 23 gennaio 2012

E' facile confondersi


Stamattina affronti i marciapiedi con sandali infradito, una minigonna jeans ed una canottiera bianca che ti lascia scoperta la schiena. A scalare la tua mente 15.000 canzoni che risalgono i fili bianchi dell’I-Pod.
Chiavi in mano entri nel parcheggio in riva al mare. Hai letto l’oroscopo, “Cambiamenti repentini ti regaleranno il futuro”, fatto la doccia col tuo bagnoschiuma alle erbe e districato i nodi dei lunghi capelli ora al vento. Eserciti la tua impegnata solitudine. Alla ricerca della macchina.
Arrivi dove credevi che fosse, ma lo spazio vuoto, non lascia scampo.
Si sa, nei parcheggi è facile confondersi.
Giri su te stessa, muovi lo sguardo oltre le decine di ruote e colori presenti a quell’ora. Che stupida, eccola là.
Tra voi, migliaia di canzoni risuonano vorticose.
Arrivi che sai di esserti sbagliata. Di nuovo. Osservi il percorso fatto. Tutto giusto. Aygo grigia, ma non riconosci la targa né l’abitacolo.
Controlli l’ora e l’impazienza gira le lancette.
Quello che fai è raggiungere il posteggiatore che vende quotidiani a metà prezzo. “Al solito posto Lara, dove l’hai messa ieri sera”.
Solo che il parcheggio si dilata. Dopo mezz’ora sei rassegnata. Siedi tra anime di latta provvisorie. Colorate, raccontano la vita di ognuno. Seggiolini per bambini, secchielli che spuntano dal portabagagli, peluches infilati nei sedili, cicche sghembe nei posaceneri.
Nella tua hai lasciato il tuo lavoro, qualche notte rubata con uomini amati da lontano, amici sul sedile posteriore. Chilometri dentro al motore, libri che allevano parole, fotografie familiari.
Hai parcheggiato la tua vita in mezzo alle altre e non ricordi dove. Nei parcheggi è facile confondersi. Si sa.
Quando la scorgi capisci. Ferma al sole sulla riva, due bambini rimbalzano il pallone contro l’abitacolo bruciato. I vetri infranti accolgono la sabbia molesta e gli schiamazzi.
Quando ti avvicini alla scatola raggrinzita neanche i sedili a salutarti. Il telaio incornicia la sabbia rovente di mezzogiorno.
Sfiori col dito i graffi rossi sul lunotto posteriore e comprendi che lì si è sparata un colpo in bocca. La tua vita.
Scegli il compromesso di una metropolitana, stamattina. Resta il tempo di cercare qualcuno da rendere felice, farsi un paio di amici veri, pagare i conti e ritirare il saldo scritto di fianco al “TOTALE”.
Stai attenta però. E’ facile confondersi.

lunedì 16 gennaio 2012

Marilyn


A fianco c’erano Patty Pravo e Monica Vitti. Davanti Greta e Mina.
La brezza marina scontornava la serata fresca raggiungendoli anche lassù, sotto i riflettori di quel piccolo palco allestito sulla sabbia.
La telefonata l’aveva trovato il pomeriggio precedente. Anna Oxa aveva detto: “Fregene, stabilim Blue Marlin ore 21. In tiro per un’altra serata di 40enni”.
Era lì, tra occhiate curiose e salsedine. Patty gli diede uno spintone mentre lo incitava, muovendo la testa. Quella sera il trucco alla Marilyn sembrava nasconderlo meno del solito. La verità è che da quando aveva incontrato Michela, troppi pensieri lo trattenevano nell’accettare quelle serate.
Dal basso si brindava alle loro movenze sinuose, ridendo con gli amici. Ormai più di un centinaio di persone affollava lo stabilimento, illuminato dal chiaro di luna e dalle fiaccole disposte intorno al perimetro. Le luci presenziavano in cima al palco, rischiarando solo chi vagheggiasse il desiderio di mettersi in mostra.
E come spesso capitava c’erano loro, almeno nella prima parte della serata. A scaldare gli animi in attesa che l’alcool e la coca avessero il sopravvento sulla timidezza degli avventori. A quel punto il quattrometriperquattro in legno allestito non sarebbe bastato più. Anticamera di chi avrebbe proseguito la serata più giù, da basso, a consumarsi fino all’alba.
Le aveva semplicemente detto che andava una festa. Si sarebbero sentiti l’indomani, amandosi. Senza spiegazioni dopo sole tre settimane dalla prima volta.
Mimò il gesto a Monica e scese la scalette per fumarsi una sigaretta. Il vestito bianco lo fasciava in vita stringendolo più del solito. Raddrizzò il seno storto palpandolo deciso.
Fu quando appoggiò il filtro tra le labbra macchiandolo appena. Fu quando l’unica reazione lo nascose dietro la tenda alla base del palco. Fu mentre il roscio insisteva con la fiamma accesa. Fu quando riconobbe i suoi occhi e allora la scia dei suoi passi veloci accolse la sigaretta spenta e sghemba. Fu lì che la vide. Tra sbuffi di sabbia alzati dal tacco bianco.
La Oxa lo bloccò all’ingresso del bagno. Riuscì a dire che stava bene, una rinfrescata, serata afosa.
La realtà è che Michela non sapeva nulla delle sue serate, soprattutto a pagamento. Della sua vita facile di notte. Trasformista e anonima. Senza amori. Senza mai poter pensare di trovare un giorno la sua donna a pochi metri.
Doveva andarsene. Nonostante il vestito e la parrucca. A dispetto del trucco e del seno di nuovo stravolto. Malgrado tutte quelle persone con le quali mischiarsi. Il rischio di farsi scoprire così… così biondo!, avrebbe significato perderla. Forse per sempre.
Sostò allo specchio non guardandosi veramente. L’ombra gli passò accanto preceduta dal profumo. Lei gli sorrise allo specchio mentre era ancora paralizzato. «Bel vestito!» commentò con il lucidalabbra tra le dita. «Quando la moglie è in vacanza è un film che adoro! Lei… scusami, TU» e rise «sei semplicemente meravigliosa!».
Si mosse abbassando lo sguardo sulla borsetta solo quando Michela prese a disegnare il contorno delle sue labbra.
«Vi ho visto lassù, tutte quante. Ahhh, invidio la capacità di divertirvi e di trasformarvi, ogni tanto vorrei avere anche io le sembianze di Marilyn o della Oxa qui fuori. Senza barattare mai quel po’ di talento che ho con il suo riconoscimento. Senza tacere mai o adattarmi. Scambierei il mio essere donna vera con la tua ricetta stasera. Anche scaduta.»
Lui mugugnò con lo sguardo basso e le mani tremanti.
«Solo che poi…» continuò schioccando le labbra, ammirandosi «… Solo che poi chi glielo dice?»
Richiuse tutto nella borsetta, sistemò la gonna e gli passò di nuovo alle spalle sorridendo nello specchio. «Chi glielo dice al mio ragazzo che sta con una che di notte è morta da più di quarant’anni?» e rise. «Buonanotte Mary, buon lavoro!».
La scia del suo profumo era ancora lì quando Lorenzo salì in macchina, verso casa. Un’ora dopo.

lunedì 9 gennaio 2012

Me muero


Io non mi ero mai veramente innamorata di un uomo, ma mi sono innamorata di lui. Già quella mattina, credo. Tra Los Lobos e Aguilas, quando il traffico non ci ha lasciato alternative. E quella canzone impazzava alla radio, nella macchina.
Facevo colazione sempre nello stesso posto. Lui la fece con me quella mattina. E ancora per un po’, dopo. I lavori in corso mi costringevano ad alzarmi un’ora prima, a stropicciarmi il tailleur sul sedile e a sfilarmi i sabot in macchina già dopo dieci minuti. Insofferente come tutti nelle auto intorno. Fermi a sentirsi immobili, quando si ha voglia solo di andare.
Dopo la coda lenta sulla statale, il caso lo ha fatto fermare al mio stesso autogrill. Me lo sono ritrovato di fianco al bancone del bar. Tra churros e caffè. Gli ho sussurrato “Gracias” la prima volta, senza dirgli più niente poi. Mi aveva passato lo zucchero, senza guardarmi veramente. Lo avevo fissato di nuovo, riconoscendolo, senza muovermi veramente. Ho sperato più volte di dirgli altro, ma non ci sono mai riuscita. Mangiava di fretta, ripartiva dal piazzale e se ne andava sotto il sole d’agosto. Lasciandomi lì. Ogni giorno appesa al bancone, a fissare il vuoto. Crollavo in macchina e ripartivo verso l’ufficio.
Alla fine ho trovato il coraggio, dopo dieci giorni. Gli ho detto «Café?», precedendolo, euro alla mano. Tra lo stupore della cassiera ed il suo, ha detto di sì. Non abbiamo fatto più colazione.

La stanza era sempre la stessa, di fianco al bar. L’appuntamento fisso, alle otto. Chi primo arrivava con la sua macchina, pagava alla cassa, ritirava la chiave ed aspettava l’altro sotto le lenzuola. Senza mai aspettare tanto, mai fino in fondo. Per la prima volta, avevo voglia di sentire un uomo dappertutto. Senza sosta. E lui mi ha dato tutto ciò che desideravo. Sempre fino alle nove, solo dal lunedì al venerdì. Mai al di fuori di quella stanza. Dopo esserci assopiti, ci rivestivamo, riconsegnavamo le chiavi e ripartivamo verso la vita di quel nostro mese d’agosto. Sempre su due macchine diverse. Nessun numero di telefono, due nomi da single, una stanza sulla strada per Cabo Cope ed un appuntamento rinnovato di continuo. E’ andata avanti fino alla fine di settembre.

Una domenica le mie amiche han fermato la macchina sullo stesso piazzale dei miei incontri settimanali. La spiaggia ci attendeva qualche chilometro più in là. Ho fatto colazione come non capitava da un po’, evitando di pagare alla cassa e bevendo il caffé col cappellino calato sulla fronte, sguardo attento e divertito che nessuno riconosceva. Lei aveva un frangetta bionda e due figli che portava al bagno lamentandosi con qualcuno, poco distante. Quando è entrato ho provato quel sussulto di ogni mattina e della prima volta che l’ho visto. Fremito sconosciuto dal finestrino della macchina con una canzone nella testa ed un agosto ancora tutto da finire. Non che avessi mai chiesto se avesse una famiglia, non che ci fosse bisogno di saperlo.
Mi sono alzata, con la borsa più pesante, gli occhiali scuri indosso. Sono andata in bagno passandogli alle spalle, senza che mi notasse.
Lì ho finto di lavarmi le mani, con calma. Assaporando la scena familiare dallo specchio. Due bambini deliziosi, un maschio e la femmina più grande. Lei identica al papà, stessi occhi che faranno impazzire qualcuno un giorno. Me li immaginavo insieme, a passeggio sotto casa, da qualche parte, padre e figlia alla conquista del mondo. Bellissimi, che contrabbandavano la passione con l’affetto. Spesso.
Mi sono girata e le ho detto: «Ha una sigaretta da offrirmi?». Ha sorriso e me ne ha data una, mentre rivestiva il più piccolo. «Grazie di tutto» l’ho salutata uscendo dalla porta. Senza che capisse, ho atteso le altre in macchina.

Il giorno dopo ho preso due espressi al bar, assieme alla chiave. L’ho visto arrivare nel piazzale e gli sono andata incontro. Ho sentito le sue mani addosso già prima di entrare o di rendermi conto che sapevamo di caffè in bocca. L’ho sentito in fondo, fino allo spasimo. «Me muero» gli ho detto quasi soffocando. Quando l’adrenalina si è sciolta, sopraffatta dal sonnifero che gli avevo messo nel caffè, ho acceso la sigaretta del giorno prima, poggiandola sulle lenzuola gualcite. Vicino al corpo nudo che dormiva. Sono salita in macchina. Alzando il volume del cd sulla statale, ho ascoltato la canzone come fosse quella mattina. Quando mi sono innamorata.

lunedì 2 gennaio 2012

Il 2011 è stato anche questo...


NEL CASSETTO 2011

  • 22/11/'63 - S. King ****½
  • Parola di cadavere - A. Vitali ***
  • Miglio 81 (e-book) - S. King ***½
  • E' nata una star? - N. Hornby ***+
  • Mr Gwyn - A. Baricco ***½
  • Jordi Anfruns, sociologo sessuale - M. V. Montalbàn **
  • Cosa tiene accese le stelle - M. Calabresi **
  • La separazione del maschio ****
  • Una casa alla fine del mondo - M. Cunningham ***½
  • Giudici - Camilleri, Lucarelli, De Cataldo ***
  • Tre storie d'amore - M. V. Montalbàn ***
  • Casimiro Roléx - F. Di Mare **
  • La gente che sta bene - F. Baccomo ***
  • Al sangue - M. B. Bianchi ***
  • Magari disturbiamo - M. Colombo ***½
  • L'attesa - C. Vangelista ***½
  • Le regole - M. Picozzi ***
  • Falene - D. Carrisi ***½
  • Tatuaggio - M. V. Montalbàn **½
  • Scrivere è un tic - F. Piccolo **½
  • Settanta acrilico, trenta lana - V. Di Grado ***
  • Nostra signora delle patate - E. Baldini **½
  • L'incontro - M. Murgia **½
  • Nero come il cuore - G. De Cataldo ***
  • Day Hospital - V. Evangelisti **½
  • Il palio delle contrade morte - Fruttero&Lucentini ***
  • Il fratellino - M. V. Montalbàn ***
  • Evil - M. Buticchi **½
  • Serpenti a sonagli - I. Welsh ****
  • Le luci nelle case degli altri - C. Gamberale ***½
  • Le voci intorno - M. P. Ammirati ***½
  • Teneri assassini - G. De Cataldo ***
  • Sol levante e pioggia battente - M. Malvaldi **½
  • Kosher Mafia - L. Di Fulvio ***½
  • L'ombra del falco obeso - G. Cappelli ***-
  • Dove sono andati a finire i soldi - K. Canty ***½
  • Le nevi del Kilimangiaro - E. Hemingway ***½
  • Un amore di marito - S. Casati Modigliani *
  • Elisabeth - P. Sortino ***½
  • Ebo e Gina - G. B. Guerri **½
  • I mari del sud - M. V. Montalbàn ***½
  • L'entrata di Cristo a Bruxelles, Senza nome - A. Nothomb ***
  • E' proibito amare - M. Desiati **½
  • Miracolo inevitabile - E. Nesi ***½
  • Momenti di trascurabile felicità - F. Piccolo ***½
  • Voi non la conoscete - C. Comencini ***½
  • La targa - A. Camilleri ***½
  • Una vita sottile - C. Gamberale ***
  • L'amore quando c'era - C. Gamberale ****
  • Arrivano i NAM - P. Colaprico **
  • L'amore del mondo - D. Bignardi **
  • Rapimento in famiglia e altri racconti - J. Fante **
  • Nessuno si salva da solo - M. Mazzantini
  • Sotto la luna - C. Lucarelli **
  • Profezia - S. Veronesi ***
  • Un karma pesante - D. Bignardi **
  • Diario di un killer sentimentale - L. Sepùlveda ***½
  • Lince - S. Avallone ***+
  • Tua - C. Pineiro ***
  • Super Santos - R. Saviano ***
  • Mr. Vertigo - P. Auster ***
  • Non vi lascerò orfani - D. Bignardi ***½
  • Se hai bisogno, chiama - R. Carver **½
  • Il profumo delle foglie di limone - C. Sanchez ***
  • Il suggeritore - D. Carrisi ***½
  • La solitudine dei numeri primi - P. Giordano ***
  • Trilogia della città di K. - A. Kristof ***½
  • Mia suocera beve - D. De Silva ***
  • Notte buia niente stelle - S. King ****
  • XY - S. Veronesi ***½
  • Libri letti: 70

GLI OSCAR 2011

  • Il concerto ***½
  • Lo spazio bianco ***
  • I segreti di Brokeback Mountain ***½
  • Crazy, stupid, love ***½
  • Shine ***+
  • Come lo sai **
  • Midnight in Paris **½
  • Habemus papam ***+
  • Et in terra pax ****
  • Una casa alla fine del mondo **½
  • Last Night ****
  • Amici di letto **
  • This must be the place ***½
  • Il gioiellino **½
  • L'alba del pianeta delle scimmie **
  • Drive ***½
  • Super 8 **½
  • Jarhead ***
  • Uomini che odiano le donne ***½
  • 20 sigarette ***
  • Blow **½
  • Cose dell'altro mondo ***
  • Come ammazzare il capo e vivere felici **
  • Paycheck **½
  • Silvio forever ***
  • C'è chi dice no ***
  • Femmine contro maschi **
  • Sharm el sheik - Un'estate indimenticabile **
  • Il Truffacuori ***+
  • SOS - Summer of Sam ***½
  • La vita facile ***
  • Manuale d'amore 3 **½
  • Black Dahlia **
  • Una notte da leoni 2 **
  • La versione di Barney ***½
  • Truman Capote - A Sangue Freddo ***+
  • Agorà **½
  • Uomini senza legge **½
  • Red **½
  • Il responsabile delle risorse umane ***½
  • Redacted ***+
  • The Killer Inside Me ***
  • The Tourist **½
  • The Robber (L. O.) ***½
  • Non lasciarmi **½
  • I ragazzi stanno bene ****
  • Source Code (L. O.) **½
  • The adjustment bureau (L. O.) - **½
  • The Company Men ***½
  • Limitless (L.O.)***
  • The Fighter ***½
  • The next three days (L. O.)***½
  • Natale in sudafrica **
  • Boris - Il film ***
  • Another Year ***
  • We want sex ***
  • Immaturi ***
  • Nessuno mi può giudicare **½
  • Oggi sposi **½
  • Mine vaganti ****
  • Stone **
  • Fair Game - Caccia alla spia **½
  • Winter's bone (L. O.)***+
  • Rabbit Hole ***
  • Love & other drugs (L. O.) **½
  • Draquila - L'Italia che trema ***½
  • Il discorso del Re ***
  • 127 Hours (L. O.) ****
  • Maschi contro femmine **½
  • Biutiful ****
  • Black Swan (L. O.)***½
  • Damages - Prima Stagione (13 episodi) ***½
  • Miami Vice **
  • Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni **½
  • The Town ***
  • Vi presento i nostri ***
  • Somewhere **½
  • Cella 211 ****
  • Lebanon ***½
  • Fuori controllo **½
  • Il Profeta ***½
  • Brotherhood - Fratellanza ***
  • Serie tv: 1
  • Film: 81

CONCERTI 2011

  • Hermann - P. Benvegnù (Circolo Artisti - Roma) ***
  • Totale concerti: 1

CITIES 2011

  • NYC *****
  • Totale città: 1

domenica 1 gennaio 2012

La domenica dimenticata


Al 24’ del primo tempo un tifoso dà di gomito all’amico: «Ma quanto stanno?». Quello sputa il fumo dalla bocca insieme alla cicca e dice: «Non lo so. Non me lo ricordo». La domanda si insinua come una hola tra gli spalti ed il rumore sale. Il tabellone oscurato dalla pubblicità, non risolve l’enigma. Guardando l’impeto dei giocatori viene da pensare che tutti stiano perdendo. Tanto a poco, forse. Qualcuno decide di ascoltare la radio, ma i più non ricordano il nome delle squadre in campo. I calciatori attaccano nel disinteresse. Chi invia sms reclamando conoscenza, non sa che scrivere nemmeno con l’abbonamento alla mano. Con le sciarpe e le bandiere addosso si cerca di comprendere per chi urlare. Pur non ricordando il motivo dell’orgasmo. Chi rinuncia con pudore, saluta il vicino e promette di venirne a capo presto: «Ci si vede alla prossima». Il gol di una squadra viene accolto dal silenzio generale. Tifosi interdetti si siedono sperando che l’amico accanto gli dica di bestemmiare, almeno. Ma nessuno sa altro: alla fine del primo tempo ci si conosce ai bar parlando di cinema.
La notizia si diffonde rapida. I presidenti delle squadre in tribuna leggono il comunicato congiunto: “Non c’è altro, non c’è futuro, non c’è vittoria”. Chi lascia l’abbonamento prima del tornello, ha in regalo un accendino sequestrato. Quelli delle televisioni riprendono la valanga che vuota lo stadio mentre i giocatori sono già sui pullman con l’i-pod nelle orecchie e la carriera nei panni sporchi per l’ultimo lavaggio.
Al 90’ di una partita che ha scordato un tifoso digita il numero di casa dal cellulare: «Tesoro, sto tornando. Ti porto a cena fuori». La moglie chiude la tv. Dentro ali di sole di un pomeriggio estivo indossa il vestito di seta. Raccoglie i capelli davanti allo specchio in una domenica che aveva dimenticato.