lunedì 1 dicembre 2008

Lavanderia a gettoni

Entra e cambia alla cassa dieci euro. Il neon illumina il vestito elegante e il sacco nero che porta, simile ai body bags per i cadaveri dei soldati americani. Raccoglie venti monete nei palmi e s’incammina verso l’oblò più nascosto. C’è acqua ovunque intorno, rumorosa. Sotto le sue scarpe, a chiazze. Fuori, cadono brandelli di cielo.
Poggia il sacco sulla lavatrice industriale, ne sfila il contenuto e raggruppa tutto nel cestello. Mette dentro le monete e imposta il programma. Dalla vetrata vede il trucco pesante del quartiere. Assieme alla pioggia, il vento scuote la strada: il cinema porno, la locanda notturna, il motel a ore. La vita dove si è rifugiato da quattro mesi.
Sbircia dietro l’angolo il cassiere seduto a gambe incrociate, i-pod nelle orecchie e rivista in mano. Il rito si consuma regolare: inizia a sfilarsi la maglietta, a slacciarsi la cintura. Appoggia mutande e pantaloni sulla panca e infila le monete nella lavatrice accanto a quella usata per i vestiti. Come un giocatore alla slot machine, imposta il programma per “delicati” e si infila nudo nel tubo.
Lo fa una volta alla settimana. Da quando è in attesa. Dall’istante in cui l’oncologo gli ha concesso quattro mesi, neanche fosse Dio. Perché tutti abbiamo una scadenza sul retro. Senza la possibilità di leggerla. Tumore ai polmoni la sua. La data, una sentenza passata in giudicato: “è oggi” s’è ripetuto all’alba.
E allora prova a se stesso che è ancora in grado di respirare. Per strada, di corsa, sott’acqua. Solo che il mare gli fa paura. Sceglie per brevi istanti un tunnel buio e vorticoso in cui affogare a piccoli tratti. Rimane lì dentro ad affannarsi per dieci minuti sapendo che non esiste un’altra possibilità. Che una vita, spesso, non basta a se stessa, pur se scossa da una centrifuga a gettoni. Che sta per uscire il numero che altri hanno puntato per lui.
Rien ne va plus, quando il cielo perde un pezzo scintillante sulla magnolia al centro della città. Il blackout spegne gli orologi alle 11 e 45 e blocca la pallina della roulette insieme alle lavatrici piene d’acqua. Realizzando la profezia di un oncologo.

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